Nelle prime due puntate di questo argomento “scottante” abbiamo percorso la storia delle patrimoniali in Italia, una breve comparazione con i nostri partner europei, ed il gettito tributario che l’Italia incassa annualmente.
Inoltre, abbiamo affrontato le reazioni dell’Europa e del Mondo, nonché abbiamo fatto una simulazione di come il nostro Stato potrebbe aumentare il gettito tributario in modo facile, facile!!
In primo luogo, dobbiamo prendere in considerazione la fine del segreto bancario. Prima del 2011 l’anagrafe tributaria comunicava infatti solamente la tipologia e la natura dei rapporti: erano, quindi, dati non utilizzabili per selezionare i contribuenti a maggior rischio di evasione fiscale da sottoporre ai controlli.
Dal 2012, con l’articolo 11 del Decreto Salva Italia, all’anagrafe tributaria vengono ora comunicati anche gli importi dei flussi dare e avere, in entrata ed in uscita: queste informazioni sono utilizzabili per individuare i contribuenti a maggior rischio evasione, da sottoporre a controlli ed indagini in caso di incongruità ed incoerenza.
Un’ulteriore trasparenza del sistema bancario viene data dall’adesione dell’Italia, insieme a molti altri paesi al Common Reporting Standard meglio conosciuto come CRS.
Nello scambio automatico di informazioni, esiste sostanzialmente un accordo internazionale che permette la comunicazione dei dati di tutti i clienti non residenti a tutti i paesi aderenti. La partecipazione comporta un inasprimento anche delle sanzioni per chi non compila nel modo corretto la dichiarazione dei redditi e, per i patrimoni depositati all’estero, tutte le imposte devono essere versate integralmente.
Le relative sanzioni sono al 100% per i paesi White List, mentre ammontano al 320% del patrimonio in deposito nei paesi Black List.
White List & Black List? Ma di cosa stiamo parlando?
La White List è un elenco di paesi che, aderendo a una serie di accordi internazionali, rendono disponibili allo Stato italiano le informazioni su tutte le forme di investimento effettuate sul loro territorio. La White list, uno dei principali strumenti della lotta all’ evasione fiscale, è stata istituita con decreto del Ministero delle Finanze nel 1996 e ripetutamente modificata negli anni con aggiunte e cancellazioni. Gli investimenti effettuati in Paesi della White list sono soggetti a un regime di tassazione agevolato.
La Black List, ha diversi significati, ma nel nostro settore, nella finanza ed economia, si intende la lista dei paesi che hanno dei regimi fiscali agevolati, conosciuti con il termine di paradisi fiscali. Questi paradisi fiscali sono inseriti in un elenco che è aggiornato ogni anno dall’Agenzia delle Entrate. L’elenco è rimasto in vigore per consentire le attività di monitoraggio dell’amministrazione finanziaria.
Quindi, cosa si intende per paradiso fiscale? La Legge di Stabilità del 2016 ha riscritto il significato di paradiso fiscale, definendoli come tutti quei Paesi in cui il livello nominale di tassazione risulti inferiore al 50% di quello applicabile in Italia.
Pertanto, chi investe in questi paesi senza dichiararlo allo stato italiano (il famoso quadro RW del modello Unico), incorrono nelle sanzioni vanno dal 3% al 15% l’anno per gli investimenti realizzati nei paesi White List e dal 6% al 30% per quelli in Black List. Vengono, inoltre, previsti reati penali di natura dichiarativa dove l’infedele dichiarazione può arrivare ad una pena di tredici anni, l’omessa dichiarazione da un anno e mezzo a quattro anni, la dichiarazione fraudolenta da un anno e mezzo a sei anni e l’autoriciclaggio da due a otto anni.
Ma quali sono le ipotesi in discussione per abbattere il debito pubblico italiano?
In primis, potremmo introdurre la voluntary disclosure (se mai un governo la realizzasse) sui contanti e sui patrimoni esteri. In secondo luogo, l’aumento delle imposte sugli immobili, la riforma del catasto, l’aumento delle imposte indirette, quindi sulla successione, il prestito forzoso sui depositi e l’imposta patrimoniale.
Quali potrebbero essere le strategie di difesa dall’aumento delle imposte immobiliari?
I rischi possono essere un aumento dell’ICI, dell’IMU, della TASI e la riforma del catasto. Una soluzione potrebbe essere aumentare la componente finanziaria del patrimonio ma sarebbe, quindi, necessario dismettere gli investimenti immobiliari storicamente più esposti e nel mirino delle raccomandazioni internazionali. Infine, non porterebbe alcun beneficio fiscale conferire gli immobili a società, fondazioni, trust italiani o esteri.
Com’è invece possibile difendersi dall’aumento delle imposte indirette sui consumi e sulle successioni?
La soluzione può essere aumentare la componente assicurativa del patrimonio e introdurre più donazioni; è quindi necessario attivare i contratti di assicurazione sulla vita e di risparmio gestito con sottostanti esenti dall’imposta. Per la parte liquida del patrimonio è opportuno attivare i patti di famiglia per il trasferimento dell’azienda in esenzione fiscale, come utile è anticipare il trasferimento dei beni tramite donazione.
Ma, ci si può difendere dal prelievo forzoso sui depositi?
Tra le possibili soluzioni si presenta nuovamente la necessità di investire la liquidità in prodotti di risparmio gestito, ad esempio fondi comuni, gestioni patrimoniali e polizze vita. Risulterebbe inefficiente portare i capitali all’estero: la patrimoniale graverebbe su beni e redditi italiani. Inoltre, il contante comporterebbe la segnalazione con l’inversione dell’onere della prova, quindi a carico del contribuente. Non conviene nemmeno investire in oro e poi disinvestire per via dei costi elevati.
Come difendersi invece del rischio di una tassa patrimoniale sull’intero patrimonio immobiliare?
La soluzione potrebbe essere quella di trasferire la residenza all’estero, sarebbe però necessario trasferire la residenza effettiva, facendo attenzione all’imposta di successione delle patrimoniali estere.
Anche portare i soldi all’estero non risulterebbe efficace: come sappiamo, infatti, quasi tutti i paesi sono assolutamente trasparenti. Eventuali assegni circolari subirebbero un prelievo se non incassati, mentre ritirare il contante comporterebbe nuovamente una segnalazione con l’inversione dell’onere della prova.
E da una crisi economica… Come potremmo difenderci?
Risulta utile un solido patrimonio immobiliare, i veicoli societari, i patrimoni destinati, i diritti di protezione immobiliare, le polizze vita temporanee caso morte ed i fondi pensione. Ma una delle poche certezze che abbiamo ereditato dalla pandemia e dalla successiva crisi economica è la necessità e l’importanza di mettere in sicurezza i patrimoni delle famiglie.
Infine, quale può essere una ricetta per generare un patrimonio resiliente a un’aggressione patrimoniale?
Bisognerebbe ridurre il peso degli immobili, la liquidità sui conti e i beni registrati di valore, aumentando la diversificazione tramite risparmio gestito e la componente previdenziale, polizze vita temporanea caso morte e fondi pensione. È quindi necessario disegnare una strategia preventiva.
Come scriveva Sun Tzu, la strategia senza tattica è il cammino più lento verso la vittoria, la tattica senza strategia è il clamore prima della sconfitta.