Oggi ci concentriamo su un argomento molto attuale: le modifiche alla dichiarazione di successione, entrate in vigore il 9 gennaio 2024.
Parleremo di cambiamenti significativi che includono l’eliminazione del cosiddetto “coacervo successorio” e altre novità che hanno semplificato il processo di dichiarazione, allineandolo ai più recenti orientamenti giurisprudenziali. Si tratta di un tema tecnico, ma di grande impatto pratico, soprattutto per chi gestisce una successione o pianifica la trasmissione del proprio patrimonio.
Prima di entrare nei dettagli, vediamo cos’era il “coacervo successorio” e perché la sua eliminazione rappresenta una svolta. Fino al 9 gennaio 2024, questa procedura prevedeva che, per calcolare l’imposta di successione, si sommassero in modo fittizio il valore dei beni ereditari e quello delle donazioni fatte in vita dal defunto agli eredi.
Questa riunione fittizia aveva l’obiettivo di determinare la base imponibile per l’imposta di successione, ma spesso creava difficoltà interpretative e operazioni complicate per i contribuenti.
Con il nuovo modello di dichiarazione di successione, ora obbligatorio, questa procedura è stata eliminata. L’Agenzia delle Entrate, attraverso la circolare 29/E del 19 ottobre 2023 e il provvedimento dell’8 novembre 2023, ha infatti disposto la rimozione del Quadro ES, relativo alle “Donazioni e atti a titolo gratuito”. Questo quadro non è più presente nel modello.
Di conseguenza, il valore delle donazioni fatte in vita non influisce più direttamente sulla determinazione della base imponibile per l’imposta di successione.
Tuttavia, attenzione! L’eliminazione del coacervo successorio non significa che le donazioni fatte in vita siano prive di implicazioni fiscali. Rimane in vigore il “coacervo donativo”. Questo prevede che, se il valore complessivo delle donazioni supera le franchigie previste dalla legge, si applicano le relative imposte.
Un altro punto da sottolineare è che aliquote e franchigie non hanno subito modifiche. Continuano ad essere determinate in base al grado di parentela tra il defunto e gli eredi. Ad esempio, per coniugi e figli, la franchigia resta fissata a un milione di euro per ciascun erede, con un’aliquota del 4% sui valori che superano questa soglia.
L’introduzione di questo nuovo modello risponde a un’esigenza di semplificazione e di chiarezza, resa evidente anche dalla giurisprudenza della Corte di Cassazione. In particolare, le ordinanze n. 22738/2020 e n. 10255/2020 avevano sottolineato l’inadeguatezza del vecchio sistema, portando alla riforma.
In sintesi, la nuova dichiarazione di successione è più snella e permette di evitare le complicazioni legate al coacervo successorio. Resta, però, fondamentale una pianificazione attenta per gestire sia le imposte sulle donazioni che quelle di successione in modo efficiente e corretto.
Un ringraziamento speciale va, come sempre, al nostro collaboratore e amico, l’avvocato Francesco Frigieri, che con la sua competenza ha reso possibile la realizzazione di questo contenuto.