Oggi vi guideremo attraverso gli strumenti patrimoniali pensati per la terza età: soluzioni concrete, previste dalla legge, che aiutano le persone anziane a vivere con maggiore serenità e sicurezza economica.
Vivere più a lungo è una conquista, ma comporta nuove esigenze: assistenza, gestione del patrimonio, protezione dai rischi. È proprio qui che entrano in gioco strumenti come la rendita vitalizia, il contratto di mantenimento, la donazione con onere di assistenza, il prestito vitalizio ipotecario, la vendita della nuda proprietà con usufrutto o abitazione, il testamento e persino il trust. Strumenti diversi, per bisogni diversi, tutti con un punto in comune: offrire dignità e libertà in una fase delicata della vita.
Iniziamo dalla rendita vitalizia. Si tratta di un contratto con cui una persona cede un bene – ad esempio una casa – in cambio di una somma di denaro versata periodicamente per tutta la vita. È una formula utile per chi ha beni patrimoniali, ma ha bisogno di una liquidità costante. Il rischio, o come si dice in gergo “alea”, è parte integrante del contratto: nessuno sa quanto a lungo durerà il pagamento, e questa incertezza è ciò che ne garantisce la validità giuridica.
Attenzione però: la rendita vitalizia può essere a titolo oneroso o gratuito. Nel primo caso c’è una vera e propria controprestazione. Nel secondo, siamo di fronte a una donazione. In ogni caso, il vitaliziante deve corrispondere la rendita per tutta la durata della vita del vitaliziato. Non può sciogliersi dal contratto offrendo la restituzione del capitale. Questo strumento può essere utile per chi ha casa di proprietà ma desidera trasformarla in una “pensione aggiuntiva”.
Passiamo ora al contratto di mantenimento. Qui il vitaliziante, in cambio della cessione di un bene, si impegna a prestare assistenza morale e materiale al vitaliziato. Si tratta di un contratto molto personalizzabile: può includere vitto, alloggio, pulizia, cure mediche, ma anche compagnia, supporto quotidiano, accompagnamento. È ideale per chi cerca una forma di assistenza completa e umana, oltre che economica.
Questo tipo di contratto si basa sulla fiducia. Spesso viene utilizzato tra familiari o persone molto vicine. Ma è importante formalizzarlo con precisione, indicando cosa comprende e cosa no, per evitare future incomprensioni. Si può prevedere che l’assistenza sia fornita da terzi, ma sempre con l’accordo del vitaliziato. È un’alternativa concreta all’ingresso in una casa di riposo, garantendo assistenza nella propria abitazione.
Parliamo ora della donazione con onere di assistenza, detta anche donazione modale. Una persona anziana dona un bene, ad esempio la casa, a un familiare o a un’altra persona, imponendo però come “onere” l’obbligo di assisterlo. È un atto di liberalità, ma con una condizione. Non è uno scambio commerciale, ma resta un vincolo giuridico serio: se l’onere non viene rispettato, il donante o i suoi eredi possono chiedere la risoluzione della donazione.
La donazione modale è utile quando si vuole sistemare il proprio patrimonio in vita, ma garantendosi al contempo il supporto necessario fino alla fine dei propri giorni. È fondamentale chiarire nel contratto cosa deve essere fatto e da chi, altrimenti si rischia che tutto rimanga solo su un piano teorico. Il notaio ha un ruolo essenziale nel costruire il contratto nel rispetto delle volontà del donante e degli equilibri familiari.
Un’altra soluzione è la vendita della nuda proprietà con riserva di usufrutto. In pratica, si vende la casa, ma si continua ad abitarla per tutta la vita. È una soluzione efficace per chi vuole monetizzare un bene, ma non ha intenzione di lasciarlo. Si mantiene il diritto di vivere nella casa, affittarla, usufruirne, ma non si è più i proprietari.
Anche qui, la legge tutela i diritti dell’usufruttuario. Ad esempio, può affittare l’immobile, ma deve prendersene cura e sostenerne le spese ordinarie. Alla sua morte, l’usufrutto si estingue e l’intera proprietà passa definitivamente al nuovo proprietario. È una scelta interessante per chi non ha eredi diretti o non vuole lasciare problematiche di successione aperte.
Esiste poi la vendita con riserva del diritto di abitazione. È simile alla nuda proprietà con usufrutto, ma più limitata: si ha solo il diritto di abitare l’immobile, non di trarne altri vantaggi economici. È una forma di garanzia personale più adatta a chi cerca protezione, ma senza esigenze di gestione dell’immobile.
Un capitolo importante riguarda il prestito vitalizio ipotecario, detto anche P.V.I. È un finanziamento riservato agli over 60 che consiste nell’ottenere una somma in cambio dell’iscrizione di un’ipoteca sulla casa. Non bisogna restituire le rate mensilmente, ma solo al termine, di solito alla morte del proprietario. È un modo per ottenere liquidità mantenendo la proprietà dell’abitazione.
Però attenzione: il P.V.I. può diventare molto oneroso nel tempo per effetto della capitalizzazione degli interessi. Inoltre, alla morte del beneficiario, gli eredi avranno solo 12 mesi per estinguere il debito o vendere l’immobile. È una scelta da valutare con attenzione, possibilmente con la guida di un notaio o di un consulente patrimoniale di fiducia.
Un altro strumento è il trust. Con esso, il patrimonio viene trasferito a un soggetto chiamato trustee, che lo gestisce per conto di uno o più beneficiari. Può essere uno strumento potente per proteggere il patrimonio da eventi imprevisti, garantendo che venga utilizzato solo per finalità precise, come l’assistenza dell’anziano o il sostegno dei familiari.
Il trust ha una grande flessibilità. Può essere istituito in vita o per testamento, e può prevedere beneficiari diversi nel tempo. È una forma giuridica avanzata, spesso utile nei casi di fragilità sociale, come nella legge “Dopo di noi”. È importante essere assistiti da un notaio esperto per costruire un trust efficace e conforme alle proprie intenzioni.
Non dimentichiamo le polizze vita, che rappresentano uno strumento di tutela e trasmissione del patrimonio. Alla morte dell’assicurato, il beneficiario riceve la somma prevista senza passare per la successione. Questo garantisce riservatezza, rapidità e vantaggi fiscali, poiché le somme non rientrano nell’eredità e non sono soggette a imposte di successione.
Un punto importante è la designazione corretta del beneficiario: si può fare nel contratto, in una comunicazione successiva o nel testamento. E attenzione alle cosiddette “polizze dormienti”: sono polizze attive ma sconosciute agli eredi. È bene comunicare sempre l’esistenza di queste coperture ai propri familiari o al consulente di fiducia.
Infine, un cenno alla cessione del quinto della pensione: è un prestito a tasso fisso, rimborsato direttamente tramite trattenute mensili sulla pensione. È semplice da ottenere, ma adatto solo a esigenze di liquidità contenute. Richiede però una polizza assicurativa obbligatoria e può comportare costi elevati in proporzione al prestito.
E per chi cerca nuove soluzioni abitative? Il cohousing per anziani è una risposta moderna e inclusiva: vivere insieme, in ambienti sicuri e condivisi, con spazi privati e servizi comuni. Non è solo un modo per risparmiare, ma anche per combattere la solitudine, creando una rete di supporto umano tra persone che condividono lo stesso stile di vita.