Lo sport è fatica e sacrificio. Per raggiungere dei risultati, di qualsiasi natura essi siano, bisogna dedicarvi tempo e impegno. Occorre, soprattutto, avere degli obiettivi e capire qual è il modo migliore per raggiungerli.
Abbiamo trascorso un anno di successi sportivi strepitosi in molteplici discipline, tanti da sembrare quasi inverosimili per il loro numero e la loro importanza.
Sono stati vissuti quasi con incredulità, perché forse animati da uno scetticismo di fondo che fa sì che gli italiani tendono a sottovalutarsi o a non prendersi mai troppo sul serio, se non quando sono messi di fronte a una dura prova.
Pietro Mennea diceva che “lo sport insegna che per la vittoria non basta il talento, ci vuole il lavoro ed il sacrificio quotidiano.
Nello sport come nella vita”. Si tratta di una importante testimonianza ed insegnamento, lasciatoci da un grande campione ed un grande uomo. Pietro Mennea, uno dei più grandi velocisti italiani, ebbe una carriera che durò circa venti anni, durante la quale conseguì risultati di elevatissimo livello: due primati mondiali, otto primati europei, trentatré record italiani e partecipò a cinque edizioni dei giochi olimpici.
Tutto ciò fu possibile grazie alla sua determinazione e a grandi sacrifici: figlio di una modesta famiglia non solo fu un grande atleta che salì più volte sul podio, e sul gradino più alto, ma anche un uomo che seppe costruirsi una carriera al di fuori dello sport, grazie all’impegno e alla tenacia che hanno sempre caratterizzato la sua vita. Ma cosa significa praticare uno sport?
Si tratta di un’attività che “contribuisce a definire il nostro stile di vita. Il mantenimento e miglioramento dello stato di salute, la necessaria distrazione dalla vita frenetica quotidiana, la volontà di mantenersi in linea, lo spirito di competizione, la voglia di svago, la passione, il divertimento sono solo alcune delle motivazioni che spingono l’uomo verso lo sport. Lo sport è soprattutto un modello di valori”.
Questi ultimi “sono convinzioni molto profonde e forti che determinano le nostre azioni, ma che incidono anche sulle nostre amicizie e relazioni”. I valori vengono trasmessi dal contesto che ci circonda (famiglia, scuola, lavoro), dai rapporti che instauriamo (le amicizie) e dalla pratica sportiva” I principali valori educativi che derivano dalla pratica sportiva riguardano: il rispetto, la collaborazione, il risultato, l’integrazione e l’appartenenza, la competizione, l’emozione, la disciplina e la costanza, l’impegno e il sacrificio, la motivazione, l’autostima e l’etica”.
C’è qualche assonanza tra questi valori e quelli che un consulente finanziario deve fare propri nello svolgere la professione?
La domanda potrebbe sembrare azzardata, ma ci sono dei punti in comune che meritano delle riflessioni. Nello sport il rispetto è uno dei valori fondamentali, ma lo è anche nella vita ed è la base che regola i rapporti tra le persone, favorendone le relazioni.
“Rispettare noi stessi è forse la prima forma di rispetto da considerare: lo sport ci aiuta a comprendere i nostri bisogni ed accettare i nostri limiti”. Allo stesso modo, il rispetto del cliente e la comprensione dei suoi bisogni sono i presupposti fondamentali che un consulente finanziario deve avere come principi guida. In una disciplina sportiva il risultato è la prova che si è tenuti ad affrontare, che genera una perdita o una sconfitta: “imparare a saper perdere significa accettare e capire i propri limiti, i propri errori, sviluppare l’abilità di mettersi in discussione e migliorarsi senza arrendersi. La vittoria invece genera autostima, voglia di continuare, maggior determinazione e ripaga lo sforzo e l’impegno dell’allenamento”.
Per un consulente, il soddisfacimento delle esigenze e dei bisogni di un cliente non è una vittoria in senso assoluto, ma il risultato di un percorso che deve essere pianificato nel modo migliore e con gli strumenti idonei per raggiungere gli obiettivi prefissati, superando gli eventuali momenti di difficoltà che si possono presentare. Riuscire a raggiungere degli scopi in base ai desiderata dei propri clienti è di per sé una vittoria, sia per il consulente, sia per il risparmiatore.
Nello sport, la competitività è il sale del confronto, ma “molto spesso può diventare un nemico dello sport sano”, ma non se serve a migliorare le proprie prestazioni, “tenendo sempre ben presente che, diventare i migliori, non è l’obiettivo principale di uno sport”.
Anche il consulente finanziario è in competizione, ad esempio con i suoi simili, con i suoi colleghi, ma mai con i mercati, se ciò significa guardare ai risultati nel breve periodo e ignorare le inclinazioni del proprio cliente e le sue predisposizioni ad assumersi o meno dei rischi. La vera competizione per il consulente finanziario è agire in modo “sano” e corretto, capire o aiutare a far capire al risparmiatore ciò che veramente vuole.
Poi, però, ci sono le emozioni che “giocano un ruolo fondamentale nella motivazione e nell’esito della competizione. Lo sport aiuta a gestirle e a conoscerle, andando a controllarle in modo che non influenzino le nostre performance sia nel gioco sia nella vita”. E lo stesso ruolo viene svolto dal consulente finanziario, quando aiuta il cliente a gestire l’emotività affinché quest’ultima non vada a inficiare le scelte di lungo periodo e a comprometterne l’efficacia.
Nello svolgere una qualsiasi attività, la disciplina è importante. Nello sport essa “insegna il valore del duro lavoro, l’atleta deve lavorare sodo per migliorare e raggiungere il proprio pieno potenziale. Il conseguimento di un risultato, come tagliare un traguardo, realizzare più punti in una competizione o essere il più veloce, si ottiene solo con la perseveranza e la dedizione”. Anche nell’attività di consulenza, la disciplina è un ingrediente indispensabile, affinché non sia l’emotività a prevalere e pregiudicare il raggiungimento di un obiettivo.
Tutto ciò, non può avvenire se manca la motivazione, ovvero “la spinta ad agire, mettendo in atto dei comportamenti orientati verso uno scopo. Per essere motivati, occorre saper individuare il proprio obiettivo e definire i passi necessari per raggiungerlo.
Una volta individuato l’obiettivo verso cui dirigere l’azione si dovrà decidere la sua l’intensità, cioè lo sforzo e l’impegno che si vorrà impiegare”. Così, come nell’individuazione di uno scopo, il consulente finanziario dovrà consigliare al cliente le modalità più idonee per il suo raggiungimento, tenendo ben presenti tutte le variabili da prendere in considerazione, tra cui le risorse a disposizione.
Ed infine c’è l’etica che, nello sport, è “un concetto che si fonda su comportamenti di correttezza e rispetto anche se non stabilite da regole scritte”, ma che permea anche l’attività del consulente finanziario perché afferisce non solo al patrimonio di terzi, ma tocca, in senso più lato, l’universo tangibile e intangibile di una persona.