Nell’incontro odierno, vorremmo offrire un quadro sulla situazione delle famiglie italiane, con un approfondimento sul welfare e sulla pianificazione finanziaria. Abbiamo deciso di farlo perché riteniamo sia importante conoscere il contesto in cui si opera e le dinamiche che lo caratterizzano. Inoltre, se per noi consulenti finanziari è indispensabile avere questo tipo di consapevolezza, riteniamo che condividerla con i nostri clienti possa essere un tema di confronto e approfondimento.
Prima di tutto, diamo uno sguardo alle priorità degli italiani.
La famiglia italiana continua a essere un punto fermo, nonostante sia cambiata negli ultimi 30 anni. Uno studio commissionato da BNP Paribas Cardiff all’istituto di ricerca Eumetra MR la descriveva come diversa rispetto al passato: più felice, tradizionale e moderna allo stesso tempo, attenta all’ambiente e con legami ancora forti con la famiglia d’origine. Tuttavia, è una famiglia con maggiori incertezze nei confronti del futuro su una serie di temi quali il lavoro, la sicurezza e la sostenibilità economica futura.
Tuttavia, una più recente ricerca Ipsos per Comieco su “Gli italiani e il senso civico” offre un quadro della popolazione più pessimista rispetto al periodo pre-Covid e da cui emerge che prevalgono gli interessi della famiglia, mentre per quel che riguarda i comportamenti pubblici l’unica cosa che sembra contare veramente è il rispetto delle regole anti-Covid.
Per il 26% degli intervistati la principale responsabilità di una persona è verso la propria famiglia e non verso la collettività, mentre per il restante 74% l’amore verso la famiglia non giustifica che si compiano azioni dannose verso la collettività. Vent’anni fa, nel 2001, solo per l’11% la famiglia doveva prevalere, sempre e comunque.
Salute e famiglia sono in vetta alla classifica!!Proviamo ad approfondire assieme quali sono i punti principali che emergono da questa indagine. Innanzitutto, il 2021 non è stato un anno sereno e il 60% degli italiani afferma che è stato un brutto anno per la propria famiglia. Per il 52% la situazione economica si è infragilita e le previsioni per il futuro mostrano un quadro che permane faticoso.
Il 68% degli italiani avverte la presenza di una forte tensione sociale per il paese e si rilevano gli effetti del Covid sulle persone per quanto riguarda lo stato di salute, stanchezza, sovrappeso, insonnia, stress e ansia.
Per il 72% degli intervistati è fondamentale collegare la lotta contro i cambiamenti climatici con quella della difesa delle comunità. La transizione ecologica sarà un successo se:* migliorerà la qualità della vita (65%)* genererà nuovi posti di lavoro (40%)* creerà nuove imprese (20%)* sosterrà la crescita delle comunità (19%).
Per l’80% degli italiani oggi c’è un urgente bisogno di far crescere il senso di comunità. Il 49% degli italiani afferma di ambire a vivere in comunità fatte di persone simili per cultura, tradizione, lingue, religione, senza stranieri. Il 51%, diversamente, si schiera nettamente contro questa aspirazione e pensa a comunità aperte.
I giovani della generazione Z stanno uscendo dalla pandemia più riflessivi (41%), sfiduciati (41%) e fragili (31%). Allo stesso tempo sono una generazione che non si vuole arrendere. Il 70% degli italiani ritiene la questione della denatalità importante per il futuro del nostro paese.
Le dinamiche post pandemiche e dell’aumento inflattivo spingono a una polarizzazione delle scelte rispetto ai prezzi. A farne le spese sono i prodotti di offerta mediana, mentre le persone si orientano sempre di più o verso il prezzo basso o verso quello alto.
Se il valore delle cose semplici e pratiche (52%) è uno dei fattori guida nella scelta dei prodotti, al secondo posto troviamo, quale driver di acquisto, l’orientarsi dei consumatori su prodotti in grado di esprimere e raccontare la persona e la sua messa in scena (36%).Il 71% degli italiani si sente pronto a impegnarsi di più per cambiare le cose. Il 24% avverte il bisogno di leggerezza e il 27% è alla ricerca di nuove esperienze.
Allarghiamo, adesso, la nostra visione al welfare delle famiglie italiane e come lo si caratterizza.
Nel “Rapporto Cerved sulle famiglie italiane 2022” il volume della spesa di welfare delle famiglie nel 2021 è stato di 136,6 miliardi, pari al 7,8% del PIL, anche se sono state tante le rinunce alle prestazioni. Ogni famiglia ha speso mediamente 5.317 € pari al 17,5% del reddito familiare netto.
La salute (per una spesa globale di 38,8 miliardi di euro) e l’assistenza agli anziani e ad altri familiari bisognosi di aiuto (per 29,4 miliardi di euro) sono le aree più importanti: assorbono nell’insieme il 50% della spesa di welfare familiare.
Il Cerved classifica il welfare in otto aree:1. salute;2. assistenza agli anziani e ai familiari bisognosi di aiuto3. cura dei bambini ed educazione prescolare4. assistenza familiare generica5. istruzione6. cultura e tempo libero7. supporti al lavoro, ovvero le spese di mobilità e pasti per recarsi al lavoro8. previdenza e protezione, ovvero i versamenti per la pensione integrativa individuale e le assicurazioni contro i rischi personali e domestici.
La spesa per la previdenza integrativa e la protezione assicurativa è di 8,3 miliardi e la tendenza è di continua e graduale espansione. Pensiamo solo che, nell’indagine del 2017, la spesa era di 7,3 miliardi. Quest’area comprende tre tipi di coperture:
* le assicurazioni di protezione del patrimonio domestico, possedute dal 22,4% delle famiglie;
* le polizze vita per il caso di morte, possedute dal 7,4%;
* i fondi pensione individuali e i contributi individuali ai fondi previdenziali aperti, sottoscritti dall’11,9% delle famiglie.
Non sono qui considerate le assicurazioni sanitarie e infortuni e le polizze di risparmio e investimento, classificabili come investimenti finanziari.
Ma, qual è il quadro relativo alla pianificazione finanziaria e al risparmio in Italia?
Il più recente rapporto della Consob sulla scelta di investimento delle famiglie italiane rileva che, sul campione intervistato, la maggior parte non ha un piano finanziario né la consuetudine di rispettare puntualmente il proprio budget finanziario, mentre solo il 10% circa dichiara entrambe le abitudini.
Più del 70% degli individui dichiara di risparmiare (regolarmente od occasionalmente) ed il movente precauzionale rimane la ragione principale. Le scelte di risparmio risultano associate soprattutto alla riduzione delle spese e oltre il 36% degli intervistati non sa come impiegare le proprie disponibilità alla luce dell’attuale contesto economico; tra i restanti, il 19% indica una preferenza verso la liquidità, il 17% verso l’investimento immobiliare e l’11% verso l’investimento finanziario; l’acquisto di Bitcoin è un’alternativa nel 3% dei casi.
La partecipazione ai mercati finanziari continua a crescere: nel 2021 la quota di investitori si stima pari al 34%, a fronte del 32% nel 2020 e del 30% nell’anno precedente. Le attività più diffuse sono i certificati di deposito e i buoni fruttiferi postali (43%), seguiti dai titoli di stato italiani (25%) e dai fondi comuni di investimento. Coloro che hanno un maggiore grado di alfabetizzazione posseggono fondi comuni di investimento e azioni quotate più frequentemente di quelli connotati da conoscenze più basse.
Tra le informazioni più apprezzate per l’investimento in strumenti finanziari da parte sia degli investitori sia dei non investitori, emergono anzitutto quelle relative all’eventuale protezione del capitale investito (58% circa) mentre figurano all’ultimo posto quelle relative alla sostenibilità dell’investimento (9% circa).
Nel 2021, è aumentata la percentuale di famiglie italiane che cerca il supporto di un professionista per le proprie scelte di investimento, come noi, per esempio (per un 28% contro il 17% nel 2019). È diminuita, invece, la quota dei decisori finanziari che prediligono gestire autonomamente gli investimenti (il 31% contro il 42% nel 2019), mentre l’informal advice (ossia l’affidamento a parenti/amici/colleghi) rimane, purtroppo, lo stile di investimento più diffuso (37%). Tra gli investitori che ricercano il supporto di un professionista è più frequente, rispetto a quanti adottano altri stili di investimento, il possesso di fondi comuni di investimento, gestioni patrimoniali, azioni quotate e prodotti assicurativi.
Con riguardo all’interazione consulente/cliente, nel 2021 è aumentata la quota degli investitori che riferiscono di aver avuto un contatto su iniziativa del proprio professionista (39% dal 29% nel 2020), mentre è diminuita la percentuale di quanti dichiarano di averlo richiesto (28% dal 35% nel 2020). Le interazioni sono finalizzate al controllo dell’andamento degli investimenti e al ribilanciamento del portafoglio rispetto alla congiuntura del mercato.
Dal quadro che è stato sino a ora delineato emerge, a nostro parere, quanto sia fondamentale procedere a una pianificazione finanziaria nella gestione di un bilancio familiare.
Ma come si può articolare la pianificazione finanziarie e il monitoraggio del bilancio familiare?
Banca d’Italia ci ricorda l’importanza della consapevolezza che deve accompagnare le decisioni economiche che vengono prese quotidianamente e, di conseguenza, della necessità di avere una pianificazione.
Pianificare aiuta a individuare le esigenze reali presenti e future, i bisogni e anche i desideri, identificando quelle che sono le priorità e le modalità con cui affrontarle, soprattutto in termini di risorse da mettere a diposizione. Di fondamentale importanza, risulta essere l’identificazione dei primi passi da compiere e che cosa si deve innanzitutto fare.
Per prima cosa bisogna analizzare la situazione finanziaria della famiglia e fissare gli obiettivi di consumo e di risparmio, in altre parole bisogna redigere un budget, che registra le entrate e le uscite. Per aiutare a gestire queste ultime, Banca d’Italia consiglia di raggrupparle in categorie, come ad esempio:
* Entrate (il reddito, la pensione);
* Spese e servizi per la casa (la rata di mutuo o il canone di affitto, le spese condominiali, le utenze);
* Spese per servizi finanziari (l’assicurazione auto o moto);
* Spese per generi alimentari e personali (la spesa al supermercato, i capi d’abbigliamento, i cosmetici);
* Spese per svago (i libri, i giornali, i film, le vacanze);
* Spese per trasporti e auto (l’abbonamento bus, il biglietto del treno, il carburante auto o moto);
* Altre spese per i figli (i giocattoli, la babysitter, le tasse scolastiche o universitarie).
L’obiettivo principale della pianificazione finanziaria e dell’utilizzo di un piano di budget è verificare la sostenibilità delle spese, cioè l’equilibrio tra entrate e uscite. È importante farlo perché permette di dare delle risposte concrete al soddisfacimento di bisogni e dei desideri che vanno dall’acquisto di una casa, a quello di un’automobile, a sostenere un percorso di studi per i figli e, più semplicemente, per capire se lo stile di vita che viene condotto è sostenibile.
Detto ciò, una volta compresa l’importanza di gestire nel modo più efficiente ed efficace il budget di famiglia, proprio per dare delle risposte concrete a quelle che sono necessità e aspirazioni di ciascuno, può essere un valido aiuto la presenza di un consulente finanziario per consolidare un percorso che metta al centro la consapevolezza nella gestione delle risorse a disposizione.