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Il futuro sostenibile: l’Agricoltura

Oggi parleremo di sostenibilità e temi ESG, in special modo di Agricoltura sostenibile.

Sai di cosa si tratta? Ne hai mai sentito parlare?

Prima di analizzare alcuni dei contenuti dei 17 GOALS dello sviluppo sostenibile, meglio conosciuti come SDG, è opportuno ricordare come essi non debbano essere considerati delle strategie di investimento, bensì come dei principi cui ispirarsi per creare un futuro che sia più equo, sano e sostenibile.

Questi 17 GOALS sono stati recepiti da 169 paesi come guida per aiutare e proteggere il pianeta, ponendo fine alla povertà e migliorare la vita di tutti.

Studi fatti da importanti asset manager mostrano che essi sono un riferimento anche per gli investimenti finanziari, per il loro stretto legame con gli ESG.

Per tale motivo vengono integrati e misurati nel processo di investimento, rafforzando le strategie sostenibili adottate.

La diffusione degli SDG stimolerà le aziende non solo a incorporarli all’interno del loro modello di business, ma a misurarsi con essi e a rendere conto dell’impatto delle loro azioni nel perseguirli.
Il Goal #2, identificato dall’ONU, recita: “Sconfiggere la fame, eliminare la denutrizione e promuovere l’agricoltura sostenibile”.

È necessario pensare a come sia possibile avere un’agricoltura sostenibile, che dia sostentamento a tutti, e anche a come si debba consumare il cibo.
Cosa significa agricoltura sostenibile?

Un’agricoltura sostenibile mira a soddisfare il fabbisogno di alimenti senza che venga compromessa la necessità da parte delle generazioni future di soddisfare i propri bisogni, come ricordato dall’Istituto per la sostenibilità agricola dell’Università della California.

È fondamentale per salvaguardare le risorse naturali e garantire la salute delle persone, salvaguardare i diritti umani e l’uguaglianza sociale.

In tale contesto l’innovazione tecnologica svolge un ruolo essenziale per ottimizzare la produzione e minimizzare gli sprechi.

L’ONU sottolinea come “Gestite bene l’agricoltura, la silvicoltura – cioè l’insieme delle attività di coltivazione svolte nei boschi, con scopi diversi, in risposta alle esigenze dei singoli e delle comunità, preservando nel tempo la qualità e la quantità del patrimonio forestale – e la pesca, possono offrire cibo nutriente per tutti e generare redditi adeguati, sostenendo uno sviluppo rurale centrato sulle persone e proteggendo l’ambiente allo stesso tempo”.

L’agricoltura fornisce mezzi di sostentamento al 40% della popolazione mondiale ed è la fonte di reddito delle famiglie rurali più povere.

È incredibile pensare come 500 milioni di piccole aziende agricole, la cui attività è strettamente influenzata dalle precipitazioni, forniscano l’80% del cibo che si consuma nella maggior parte del mondo sviluppato.

Dal 1900, il settore agricolo ha perso il 75% della varietà delle colture.

Investire nell’agricoltura diventa quindi essenziale per rispondere ai bisogni della fame e della malnutrizione e per utilizzare in modo intelligente le risorse naturali.

Significa anche un consumo più responsabile, considerato l’elevato spreco di cibo registrato nelle economie avanzate: 102 kg in Australia, 85 kg in Francia, 77 kg in Spagna e 67 kg in Italia: questi dati sono riferiti per persona e ci vengono forniti dall’UNEP Food Waste Index Report del 2021.
Ma, come si declina questo principio nelle scelte di investimento?

Chiedi a me o a Marco come individuare le migliori opportunità sul mercato che investano, ad esempio, nell’agricoltura sostenibile, nella distribuzione dei prodotti alimentari e nell’alimentazione.

L’agricoltura sostenibile è la risposta all’aumento della popolazione mondiale e ai cambiamenti climatici, perché rispetta le risorse naturali.

La FAO, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, ha definito così i 5 principi dell’agricoltura sostenibile:

• aumentare la produttività, l’occupazione e il valore aggiunto;

• proteggere e migliorare le risorse naturali;

• favorire una crescita economica inclusiva;

• accrescere la resilienza di persone, comunità ed ecosistemi;

• adattare la governance alle nuove sfide.

In altre parole, si tratta di cambiare i processi agricoli garantendo i rifornimenti, di ridurre l’utilizzo di acqua ed energia, di non inquinare e di preservare l’ambiente, di minimizzare gli impatti causati da eventi estremi, tutto ciò all’interno di una cornice di nuova governance.

Alla luce dei cinque principi sopra enunciati, l’innovazione tecnologica gioca un ruolo fondamentale.

La nuova frontiera si chiama agricoltura smart o agricoltura 4.0 ed agricoltura di precisione, che valuta le tecniche da usare in base alle caratteristiche del terreno.

L’agricoltura, inoltre, contribuisce al cambiamento climatico e ne subisce anche gli effetti.

Proprio per tale ragione è importante una gestione efficiente delle risorse, ridurre lo spreco di cibo e garantire, allo stesso tempo, la sicurezza alimentare.

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