Benvenuti! Oggi affrontiamo un tema che in questo periodo interessa molti investitori: in questo momento storico, conviene di più investire in azioni o in obbligazioni?
Ma partiamo da principio, per rispondere a questa domanda, dobbiamo analizzare l’attuale scenario economico. Tra elezioni americane, incertezze geopolitiche ed una Banca Centrale Europea cauta sui tassi, il quadro è complesso. La Fed, la banca centrale americana, però, potrebbe iniziare un ciclo importante di riduzione dei tassi: un’ipotesi che influenza significativamente le decisioni d’investimento.
Prima di addentrarci, è importante ricordare che la normativa MiFID II richiede che ogni investitore sia profilato in base a obiettivi, conoscenza dei mercati e tolleranza al rischio. Questo è fondamentale per evitare scelte inadeguate e garantire che le strategie d’investimento siano realmente coerenti con le aspettative del cliente. Spesso quello che l’investitore non riesce a focalizzare sono gli obbiettivi. Ed è proprio qui che entra in gioco il ruolo del consulente finanziario.
Spesso la nostra figura viene immaginata come una sorta di “mago” che nell’immaginario collettivo dei clienti sa per certo cosa succederà domani. Ma non è questo il nostro ruolo, per il semplice fatto che il futuro non è conosciuto da nessuno. Le nostre competenze ci permettono invece di mettere ogni mattoncino del Vostro patrimonio nel posto giusto, per essere pronte nel momento giusto, con il giusto impatto fiscale e la giusta rivalutazione in funzione di quanto condiviso durante il ciclo di vita del cliente.
Ora analizziamo le azioni. Gli esperti indicano ancora segnali positivi: i mercati di Wall Street e Piazza Affari, supportati da politiche monetarie espansive, possono continuare a crescere. Tuttavia, bisogna scegliere con attenzione i settori e le singole aziende, soprattutto in un contesto incerto. Vedete come, anche chi analizza i mercati quotidianamente per professione, con grandi competenze tecniche, non è in ogni caso in grado una certezza assoluta sul risultato di breve periodo.
Un altro esempio sul mercato azionario è rappresentato dalle cosiddette small cap, molte società di gestione anche rinomate oggi consigliano di puntare su aziende più piccole, appunto dette small cap, che dominano nicchie di mercato specifiche. In pratica, società che operano in settori così specializzati da evitare la competizione delle grandi multinazionali. È una strategia utile per chi cerca opportunità di crescita nei mercati volatili. Anche in questo caso vedete come le piccole aziende sono chiaramente più rischiose di grandi aziende, quindi offrono un “potenziale” maggior rendimento ma al tempo stesso un rischio maggiore di una grande azienda.
Il rischio, però, va sempre considerato. Le azioni sono più volatili, cioè rischiose delle obbligazioni, e il loro valore può oscillare rapidamente in risposta agli eventi di mercato. Quindi, chi investe in azioni deve essere consapevole che queste fluttuazioni possono influire sul portafoglio nel breve termine. E qui torna in gioco la condivisione degli obbiettivi e dell’orizzonte temporale che spesso sfugge al cliente. Tanto più rischi si sposa bene con tanto più tempo, il tempo è un grande alleato per chi accetta il rischio azionario, viceversa tentare la fortuna facendo scommesse di breve su strumenti d’investimento rischiosi può riservare pessime esperienze e predite significative.
Dall’altra parte, abbiamo le obbligazioni. Titoli come il Bund tedesco (il più “sicuro” titolo di stato europeo, emesso dal governo tedesco) o il T-Bond americano (in parallelo il titolo di stato emesso dagli stati uniti) stanno guadagnando terreno, soprattutto per la convinzione che le banche centrali stiano entrando in un ciclo di riduzione dei tassi. Le obbligazioni di alta qualità, in questo contesto, possono essere una fonte di stabilità per il portafoglio. Ma non dimentichiamo mai che anche in questo caso la durata dell’investimento ha un ruolo molto importante. Titoli di stato a tasso fisso molto lunghi posso comportare rischi significativi in termini di oscillazione di prezzo, anche se magari possono apparire più redditizi da un punto di vista di rendimento promesso. Ricordiamo anche che le obbligazioni, offrono rendimenti generalmente più bassi rispetto alle azioni.
Un aspetto interessante è la correlazione tra azioni e obbligazioni. In un contesto come quello attuale, in cui si prevede un allentamento monetario, la correlazione tra questi asset tende a essere positiva. Ma spieghiamo brevemente cos’è la correlazione tra due strumenti finanziari. la correlazione indica come si muovono i loro prezzi l’uno rispetto all’altro. Se due asset sono correlati positivamente, significa che tendono a salire e scendere insieme. Ad esempio, se le azioni di una grande azienda tecnologica e il suo fornitore principale hanno una correlazione positiva, un aumento delle azioni della prima potrebbe comportare un aumento del secondo, dato che un buon andamento di una spesso riflette sulla crescita dell’altra. Al contrario, una correlazione negativa significa che, quando uno sale, l’altro tende a scendere: come spesso accade tra azioni e obbligazioni, che si muovono in direzioni opposte.
Un altro punto fondamentale da valutare, per scegliere correttamente come e dove investire, è il bilancio familiare. Prima di investire, è importante fare un’analisi approfondita delle proprie risorse e delle proprie uscite, per capire quanto capitale si può destinare agli investimenti e quale livello di rischio è sostenibile per la propria situazione. Spezzare il patrimonio complessivo in più obbiettivi suddivisi tra obbiettivi di liquidità, cioè di quanto mi serve per la quotidianità, riserva, cioè quanto mi servirà fra uno, due o tre anni, ed investimento quanto non mi servirà ora ma fra oltre 5/7 anni, permette di associare ad ogni obbiettivo il giusto investimento.
La liquidità da mantenere disponibile non deve essere confusa con la liquidità dell’investimento che andremo a sottoscrivere. Mi spiego meglio. Le azioni tendono a essere più liquide delle obbligazioni, permettendo compravendite rapide. Tuttavia, la maggiore liquidità si accompagna a una volatilità più elevata. Chi desidera avere accesso immediato al proprio capitale potrebbe preferire le azioni, ma deve mettere in conto oscillazioni frequenti. Quindi la liquidità di un investimento rappresenta la facilità con cui lo stesso può essere venduto trovando facilmente un compratore sul mercato disposto a comprarlo subito.
Un esempio concreto è la crisi del 2008, quando il fallimento di Lehman Brothers ha scatenato il panico sui mercati. Molte obbligazioni, anche quelle considerate sicure, sono crollate di prezzo e sono diventate praticamente invendibili perché nessuno si fidava più di acquistare debito. Gli investitori che avevano bisogno di liquidità si sono trovati bloccati, con obbligazioni che nessuno voleva comprare, dimostrando quanto sia importante valutare il rischio di liquidità.
Parliamo ora di inflazione. In periodi di alta inflazione, come nel 202, le obbligazioni a tasso fisso possono soffrire, perché il potere d’acquisto dei rendimenti si riduce. Al contrario, le azioni, grazie alla crescita delle aziende, hanno storicamente dimostrato di superare il tasso di inflazione nel lungo termine.
Un’opzione interessante è quella delle obbligazioni indicizzate all’inflazione, che offrono una protezione contro l’aumento dei prezzi. Sono particolarmente utili in un contesto di inflazione crescente, poiché il rendimento aumenta in proporzione all’aumento dei prezzi, preservando così il potere d’acquisto. Tuttavia, la maggior parte di queste obbligazioni ha scadenze lunghe, il che introduce alcuni rischi. Uno dei principali è il rischio di tasso d’interesse: se i tassi salgono, il valore delle obbligazioni a lungo termine tende a scendere, e l’investitore potrebbe subire perdite se deve vendere prima della scadenza. Inoltre, il contesto economico può cambiare, e con una scadenza lunga si resta legati a un investimento che può diventare meno conveniente rispetto ad altre opportunità future.
Per tutti questi motivi, la diversificazione gioca un ruolo essenziale. Combinare azioni e obbligazioni in proporzioni adeguate al profilo di rischio permette di sfruttare i benefici di entrambi gli asset, minimizzando al contempo il rischio complessivo del portafoglio. Ecco perché una strategia bilanciata è spesso la più efficace.
Esistono fondi d’investimento specifici, o anche ETF, che combinano azioni e obbligazioni per diversificare il rischio in modo ottimale. Questi fondi sono utili per chi cerca una soluzione integrata che permetta di beneficiare delle potenzialità di crescita delle azioni e della stabilità delle obbligazioni.
Uno degli errori più comuni è concentrarsi su un singolo asset, sperando in rendimenti rapidi. Tuttavia, il successo negli investimenti spesso deriva da una strategia a lungo termine, che combina diversi tipi di asset per ridurre i rischi e aumentare le possibilità di rendimento. Combinando obbiettivi, tempo e rischio, si possono ottenere migliori risultati in funzione dei singoli obbiettivi condivisi.
La normativa MiFID ha introdotto importanti strumenti di protezione per i clienti, come il questionario di profilatura, che garantisce che ogni scelta d’investimento sia realmente in linea con il profilo di rischio del cliente. È fondamentale rispondere a queste domande con attenzione e consapevolezza, spesso il questionario viene considerato una mera incombenza burocratica di scarso valore, al contrario, un utilizzo consapevole e condiviso del questionario di profilatura MIFID riduce significativamente i rischi di incomprensione tra cliente e consulente e aumenta in modo esponenziale la soddisfazione finale ed i risultati nel tempo.
In definitiva, azioni e obbligazioni offrono vantaggi diversi, e la scelta tra i due dipende da molti fattori. In un periodo di incertezza economica, una corretta diversificazione e una pianificazione strategica sono essenziali per proteggere e far crescere il proprio capitale nel lungo termine.
La consulenza finanziaria può fare una grande differenza nel guidarvi verso decisioni informate e strategie personalizzate.