Affrontiamo una delle domande più frequenti: comprare una casa è sempre una buona scelta? È davvero il miglior investimento possibile?
Quante volte abbiamo sentito dire che “l’acquisto di una casa è sempre la migliore forma di investimento” o “Non c’è niente di più sicuro del mattone”? Sono frasi comuni che sembrano rassicuranti, ma la realtà è più complessa. Come per qualsiasi investimento, è fondamentale relativizzare queste affermazioni e considerare il contesto economico e personale.
Per comprendere meglio la questione, possiamo fare riferimento a uno studio pubblicato nel 2019 dalla Oxford Academy. Questo studio, intitolato “The Rate of Return on Everything, 1870–2015,” ha analizzato ben 150 anni di dati sugli investimenti. I risultati sono sorprendenti: nel lungo periodo, le case e le azioni hanno avuto rendimenti reali molto simili, circa il 7% all’anno, ma con alcune differenze importanti.
Ad esempio, prima della Seconda Guerra Mondiale, gli immobili residenziali avevano sovraperformato le azioni in termini di rendimento. Tuttavia, dal secondo dopoguerra in poi, le azioni hanno avuto risultati migliori rispetto agli immobili, ma con una volatilità molto più elevata e una maggiore dipendenza dai cicli economici. Questo significa che mentre le azioni offrono potenzialmente più guadagni, sono anche più rischiose e instabili.
C’è però un punto interessante che emerge dallo studio: sebbene le plusvalenze a lungo termine delle case siano inferiori rispetto a quelle del mercato azionario, gli immobili generano redditi da locazione stabili e più alti rispetto ai dividendi delle azioni. Questo rende l’investimento immobiliare un’opzione comparabile, ma meno volatile. La stabilità del reddito da affitto può rappresentare un vantaggio importante per chi cerca sicurezza nel tempo.
Non entriamo nel merito delle discussioni accademiche, ma vogliamo sottolineare che l’immobile, in quanto asset finanziario, deve essere considerato come parte di un portafoglio diversificato. L’investimento in una casa non va fatto solo per ragioni emotive o tradizionali, ma anche con un’analisi precisa dei costi, dei rendimenti e delle opportunità legate a questo tipo di bene. In Italia, l’immobile è parte della nostra cultura, ma ciò non significa che sia sempre la scelta migliore.
Secondo il 1° Rapporto Federproprietà-Censis del 2022, il 70,8% delle famiglie italiane è proprietaria della casa in cui vive. Inoltre, il 28% di queste famiglie possiede anche altri immobili. L’Italia è uno dei paesi con il più alto tasso di proprietari di abitazioni, un dato che ci distingue a livello internazionale. Anche le famiglie meno abbienti tendono a essere proprietarie, con il 55,1% che detiene la casa in cui vive.
Sempre secondo lo stesso rapporto, il 91,9% degli italiani considera la casa un rifugio sicuro, soprattutto dopo l’esperienza del Covid-19. Per l’89,7%, essere proprietari della propria abitazione offre tranquillità, e l’83,1% vede la casa come un riflesso della propria identità. Infine, il 54,5% degli italiani vorrebbe aiutare i propri figli o nipoti ad acquistare la prima casa, dimostrando come la casa resti un simbolo di stabilità economica e sicurezza familiare.
La casa, però, non è solo un bene emotivo: è un vero e proprio asset finanziario. Questo significa che, quando si decide di acquistare, è importante valutare il costo opportunità. Quali altri investimenti potresti fare con lo stesso denaro? E quali costi comporta l’acquisto? Bisogna considerare tutte le spese: dalle tasse alla manutenzione, fino al costo del mutuo. Senza contare che, una volta acquistata, la casa è un bene poco liquido e difficile da vendere rapidamente.
Per chi desidera acquistare una seconda casa, la situazione diventa ancora più complessa. Se l’obiettivo è mettere l’immobile a reddito, bisogna valutare con attenzione il mercato degli affitti nella zona e le potenziali spese di gestione. Se invece l’obiettivo è rivendere in futuro, bisogna considerare le possibili oscillazioni del mercato immobiliare e i costi legati alla transazione. Ricorda, non tutti i segmenti del mercato immobiliare si comportano allo stesso modo.
Prima di acquistare una casa, è fondamentale capire quale cifra puoi permetterti di spendere, quanto chiedere in prestito e quale rata del mutuo puoi sostenere. Una buona regola è che il mutuo non dovrebbe mai superare un terzo del reddito mensile, per evitare problemi in caso di imprevisti economici. Inoltre, se hai già altri finanziamenti in corso, come per l’auto, questi devono essere presi in considerazione nel calcolo complessivo delle tue capacità di rimborso.
Un altro elemento chiave da valutare sono i costi legati alla transazione e gli oneri fiscali. Acquistare una casa comporta spese aggiuntive, come le imposte e i costi di registrazione. E non dimentichiamo l’inflazione: con l’aumento dei prezzi dei beni e dei servizi, il potere d’acquisto del denaro diminuisce, il che può influire sul valore reale del tuo investimento immobiliare nel tempo. Quindi, attenzione ai costi complessivi!
Un concetto importante per gli investitori immobiliari è il tasso di rendimento o cap rate. Questo tasso rappresenta il rapporto tra il reddito netto prodotto dall’immobile e il suo prezzo d’acquisto. In sostanza, ti permette di capire quale sarà il ritorno sull’investimento che hai fatto acquistando una casa o un immobile da mettere a reddito. È un indicatore molto utile per confrontare diversi investimenti immobiliari e prendere decisioni più informate.
Ma la domanda chiave è: la casa è davvero un investimento sicuro? Il nostro mantra rimane lo stesso: non esistono investimenti completamente privi di rischio. Nel caso degli immobili, bisogna ricordare che non sono liquidi, il che significa che ci vuole tempo per venderli. Inoltre, i tassi d’interesse influiscono sulla domanda: se i mutui diventano più costosi, può diminuire la domanda di immobili, facendo scendere i prezzi. E poi ci sono i costi di ristrutturazione e manutenzione da considerare.
Secondo Nomisma, tra il picco del 2008 e il 2022, i valori immobiliari nelle tredici principali città italiane sono diminuiti, in termini reali, del 36,8%. Questo ci fa capire come il valore degli immobili possa essere influenzato da fattori economici e da crisi come quella del 2011-2012. Allo stesso tempo, bisogna confrontare questi dati con altri tipi di investimento, come l’indice FTSE MIB o l’S&P 500 negli Stati Uniti, che hanno avuto un andamento diverso.
La domanda da porsi è: sto cercando di produrre reddito, ricchezza o sicurezza? Ogni obiettivo richiede una strategia diversa e l’acquisto di una casa potrebbe non essere la soluzione migliore per tutti. L’arco temporale è fondamentale: un investimento immobiliare ha senso solo se sei disposto a mantenere la proprietà per un periodo abbastanza lungo. Altrimenti, potresti rischiare di non ottenere i risultati sperati.
La diversificazione è un altro concetto importante. Non mettere tutte le tue risorse in un solo tipo di investimento, che sia immobiliare o azionario. L’immobile è un asset rilevante, ma deve essere parte di una strategia diversificata che includa anche altre opportunità di investimento. E ricorda che il mercato immobiliare richiede competenze specifiche: non tutte le case o le zone hanno lo stesso potenziale di crescita.
Infine, l’acquisto di una casa richiede un’attenzione costante alle dinamiche del mercato. I trend cambiano, le aree possono crescere o perdere valore, e l’andamento dell’economia influisce direttamente sul valore del tuo immobile. Per questo motivo, ti consigliamo di confrontarti sempre con un consulente finanziario prima di prendere decisioni così importanti. Solo così potrai valutare le opzioni più adatte alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi.