Riprendiamo, con questa seconda puntata, l’approfondimento di tre puntate sulla previdenza e le scelte ad essa collegate.
Come si rivaluta il capitale versato?
Al capitale così versato viene applicato una sorta di interesse composto, calcolato ad un tasso legato alla dinamica quinquennale del PIL ed all’inflazione.
Alla data del pensionamento al montante contributivo, vale a dire la somma rivalutata dei versamenti effettuati, si applica un coefficiente di conversione che cresce con l’aumentare dell’età.
Che cosa è il montante?
Il montante individuale rappresenta il capitale che il lavoratore ha accumulato nel corso degli anni lavorativi.
Cos’è il secondo pilastro?
Sono fondi chiusi, di categoria perché riservati ad un gruppo di persone omogeneo, ai quali i lavoratori aderiscono sotto forma di contributi propri o del datore di lavoro o con il conferimento del TFR.
Sono chiamati anche negoziali, perché sono frutto di una negoziazione tra le parti sociali coinvolte. La gestione è affidata ad un investitore professionale esterno.
Che cos’è un fondo pensione?
È uno strumento che serve a integrare la pensione pubblica, con delle caratteristiche ben precise.
L’esercizio dell’attività è subordinato all’autorizzazione della Commissione Vigilanza sui Fondi Pensione (COVIP).Esistono i fondi pensioni negoziali o chiusi e quelli aperti.
Tutti sono regolati dalla stessa normativa e sottoposti agli stessi vincoli e vantaggi fiscali, con un’unica differenza: per i fondi negoziali il datore di lavoro è obbligato versare un contributo aggiuntivo se il lavoratore ne versa uno volontario.
Passiamo, ora, alla previdenza integrativa individuale o “terzo pilastro”
Si realizza su base individuale e volontaria attraverso forme di risparmio come i fondi pensione aperti (FPA) o i piani individuali previdenziali (PIP), costituiti mediante polizza e contratti di assicurazione sulla vita.
Chiunque vi può aderire.
Si tratta di una modalità aggiuntiva al primo e al secondo pilastro. Per quanto riguarda i FPA, è possibile anche l’adesione collettiva.
Che differenza c’è tra FPA e PIP?
I fondi pensione aperti sono costituti da una banca, un’impresa assicurativa, una SIM (Società di Intermediazione Mobiliare) o una SGR (Società di Gestione del Risparmio).I PIP sono dei contratti di assicurazione sulla vita, di ramo I (polizze tradizionali) o ramo III (polizze Unit-linked) e sono istituiti esclusivamente da imprese assicurative.
Sia nei Fondi Pensione Aperti sia nei Piani Individuali Previdenziali il capitale versato dall’aderente costituisce un patrimonio separato dall’attività dell’impresa che lo gestisce.
In questo caso il parere del consulente è d’aiuto per scegliere quale delle tipologie è la più opportuna, tenendo conto della pianificazione finanziaria fatta per il singolo cliente.
Una volta maturati i requisiti per la pensione integrativa, il montante finale accumulato viene convertito in rendita.
Quando si sottoscrive un FPA o un PIP viene decisa la relazione tra capitale costitutivo e la rendita pensionistica, specificando il “coefficiente (o tasso) di conversione del capitale in rendita”.
Che differenza c’è tra i piani di accumulo di capitale (PAC) e i FPA o i PIP?
I PAC sono una modalità di risparmio semplice e flessibile che avviene attraverso l’acquisto di fondi comuni con dei versamenti periodici e a scadenze regolari.
La durata è flessibile e spetta al sottoscrittore definire l’orizzonte temporale.
I FPA e i PIP sono strumenti per ottenere delle risorse a fine attività lavorativa e quindi come forme di integrazione alla pensione pubblica, mentre il PAC può essere finalizzato a obiettivi diversi e con diverse temporalità.