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La Previdenza – Puntata #3

Qual’è il valore del consulente finanziario?

Decidere quale strumento sia il più opportuno ed adeguato, rientra in una scelta che deve essere ponderata, con l’ausilio del consulente finanziario, per valutare la situazione patrimoniale del sottoscrittore, le sue esigenze personali e familiari e contestualizzarlo all’interno del processo di pianificazione finanziaria.

Non si tratta infatti di scegliere solo la singola soluzione, bensì di esaminare come quest’ultima si collochi e relazioni con le altre decisioni di investimento e di pianificazione, in un’ottica sia di strutturazione del patrimonio sia di coordinamento tra le sue componenti.

In tale contesto, il valore aggiunto, che il consulente patrimoniale può offrire, è determinante nella ponderazione delle scelte fatte: è come costruire una casa fatta da tanti mattoncini, ciascuno con una funzione ben precisa, che deve essere studiata e condivisa, per assicurarne la solidità e la resilienza.      

Il consulente ha il compito di capire le esigenze del cliente, nelle diverse fasi della vita, e trovare le soluzioni migliori in un’ottica di lungo periodo, per garantirgli serenità: in altre parole identificare quale sia il “mattoncino” più idoneo da utilizzare in ambito finanziario, assicurativo o previdenziale, combinando gli obiettivi di rendimento insieme a quelli di protezione del capitale, per costruirsi il proprio futuro.

Inoltre, non va dimenticato un altro ruolo importante del financial advisor, ovvero quello di aiutare a fare delle scelte che non siano guidate dall’emotività, attraverso un confronto con il cliente, per prendere delle decisioni razionali in momenti di particolare stress e di volatilità dei mercati.

Cosa succede alla fine dell’attività lavorativa?

Il lavoratore riceve quanto accumulato negli anni.

Nel caso di un prodotto di previdenza integrativa, il sottoscrittore ottiene l’erogazione di quanto accumulato quando raggiunge i requisiti per poter ottenere la pensione pubblica.

L’erogazione può avvenire nei seguenti modi:

a) il capitale viene integralmente convertito in rendita;

b) il capitale viene liquidato per un 50% in un’unica soluzione e l’ulteriore 50% convertito in rendita;

c) l’intero capitale accumulato può essere liquidato al 100% in unica soluzione se e solo qualora la rendita che si ottiene sia inferiore ad un determinato ammontare parametrato all’assegno sociale INPS.

Sottolineiamo che, nel corso del contratto, possono essere richieste delle anticipazioni, esclusivamente decorsi 8 anni dall’adesione per determinate situazioni specifiche e solo per determinate quote di accumulo.

Quali sono i rendimenti generati dagli strumenti previdenziali integrativi?

I dati pubblicati da COPIV per il 2019, mostrano che i fondi pensione negoziali e i fondi aperti hanno guadagnato in media, rispettivamente, il 7,20% e l’8,30%; per i PIP “nuovi” di ramo III, il risultato è stato del 12,20%.Per le gestioni separate di ramo I, che contabilizzano le attività a costo storico e non a valori di mercato, ed i cui rendimenti dipendono in larga parte dal flusso cedolare incassato sui titoli detenuti, il risultato è stato pari all’1,60%.Nello stesso periodo il TFR si è rivalutato, al netto delle tasse, dell’1,50%.

Facciamo una considerazione…Nella scelta di un prodotto previdenziale integrativo il ruolo del consulente finanziario è importante per:

• scegliere il profilo di rischio, tenendo conto anche dell’età del sottoscrittore;

• modificare lo stesso con l’avvicinarsi della scadenza del prodotto;

• analizzare il prodotto e il relativo costo (aspetto non trascurabile considerata la durata nel tempo dell’investimento) tenendo conto anche di quelli impliciti, soprattutto in presenza di coperture assicurative, per esempio, nei PIP.

La previdenza integrativa è una questione da giovani?

Parlare di previdenza integrativa è sempre più un tema che deve investire i giovani, sia i millennials, sia la generazione Z, i figli della generazione digitale.

Tocca soprattutto a loro pensare alla pianificazione del proprio futuro, a fronte di un mercato del lavoro dove l’impiego a tempo indeterminato non è più una costante ed il sistema pensionistico pubblico offre condizioni sempre meno vantaggiose.

Il tasso di sostituzione, cioè il rapporto in % tra l’importo del primo rateo pensionistico e l’ultimo stipendio o reddito percepito prima del pensionamento, si è gradualmente ridotto con l’introduzione del sistema contributivo (con il retributivo si arrivava anche all’80%).

Inoltre, non va dimenticato l’invecchiamento demografico: una stima dell’Ocse vede, nel 2050, la possibilità che il numero dei pensionati superi quello dei lavoratori ed il continuo calo delle ore lavorate, che si traduce in minori contributi previdenziali versati.

Ad oggi, in Italia, gli anziani inattivi sono 68,8 ogni 100 lavoratori contro la media Ocse di 41,8.Diventa quindi un imperativo, anche per i più giovani, pensare a costruirsi la propria pensione da subito, aderendo alle forme di previdenza integrativa.

Anche in questo caso il consulente finanziario svolge un ruolo fondamentale nel proporre le diverse soluzioni che siano indirizzate al giovane sottoscrittore, ai genitori/parenti che vogliano sottoscrivere un prodotto in vece o a favore del figlio.

Quindi, pensioni e ciclo di vita sono strettamente correlate?

L’investimento in fondi pensione deve seguire la logica del ciclo di vita e scegliere le strategie di investimento in base a quanti anni separano dal pensionamento e anche ai rischi che si devono gestire nel durante.

Occorre quindi diversificare sia in base alla tipologia di prodotto sia in base al tempo.

Decidere per una pensione integrativa significa fare un investimento pensando al futuro ed è una scelta di vita.

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