Oggi parliamo di “Pet Economy” e dei nostri amici fedeli. La “pet economy” può essere considerato un megatrend presente nelle principali economie mondiali. Riguarda una serie di ambiti diversi che vanno dalla cura, al mantenimento degli animali domestici e all’offrire loro un habitat e condizioni di vita gradevoli.
Chi avrebbe mai detto che gli animali domestici, i nostri fedeli amici di compagnia, sarebbero diventati, oltre che un beneficio per la nostra salute mentale e fisica, anche un’opportunità di investimento?
Eppure, è successo, considerate le dimensioni raggiunte da quella che viene chiamata “pet economy”.
Che cosa vuol dire “pet economy”?
Con questo termine, si indicano tutte le attività che riguardano la cura degli animali domestici, dove la parola “pet” indica proprio gli animali da compagnia. e, allora, cosa si intende per cura degli animali domestici?
Si va dai prodotti per la nutrizione, a quelli per il mantenimento degli animali, dai presidi e trattamenti medici ai prodotti assicurativi.
Si è di fronte, quindi, ad un universo di industrie molto diversificato che partecipano alla crescita di questo segmento dell’economia.
L’attenzione per gli animali domestici è in continua crescita, perché, questi ultimi sono amati e considerati dei veri e propri membri della famiglia.
Per tale motivo, le attenzioni nei loro confronti, sono maggiori e si estendono ad ambiti sempre più ampi.
Sembrerà curioso, ma, la recente pandemia non ha fatto altro che rafforzare questo modo di sentire, tanto che il ruolo degli animali domestici all’interno delle famiglie è diventato più importante.
Dalla fase di umanizzazione, si è passati a quella di “parentizzazione” dove sono considerati veri e propri componenti della famiglia dei quali prendersi cura e cui sono estese alcune pratiche sino ad ora destinate all’uomo.
Perché la “pet economy” cresce?
Sono cambiate le abitudini a livello sociale e le stesse modalità di relazione.
L’affetto che si trae e si offre ad un animale domestico è un appagamento emotivo importante che sembra incontrare un numero sempre maggiore di individui.
Processi, quali quello della digitalizzazione, che sta cambiando il nostro modo di lavorare e gestire le relazioni, personali e di lavoro, insieme a uno stile di vita che impone i ritmi delle grandi città, portano gli individui a trovare negli animali domestici un’altra dimensione.
È un fenomeno demograficamente e geograficamente trasversale.
La tendenza è presente anche nei mercati emergenti, dove è in forte crescita grazie all’aumento del reddito pro-capite. Perché la “pet economy” merita attenzione in termini di scelta d’investimento?
Innanzitutto, per le sue dimensioni che è importante quantificare.
Nel 2020, il controvalore del mercato globale per la cura degli animali domestici è stato di 207,90 miliardi di dollari.
Durante la pandemia non solo non ha subito alcun impatto negativo, ma ha registrato addirittura una crescita significativa in tutte le regioni.
In base a uno studio condotto da Fortune Business Insight (vallo a vedere a questo link: https://www.fortunebusinessinsights.com/pet-care-market-104749), lo scorso anno, dovrebbe essere stata toccata una crescita stellare del 29,11% e le stime si attesteranno ad un tasso composto annuo del 5,60%, dal 2021 al 2028.
Anche l’Italia non è esente da questo trend che ha visto, ad esempio, un andamento positivo del mercato italiano del pet food: nel 2020 è cresciuto sia in termini di valore (+4,20% rispetto al 2019) sia di volumi (+2,00%), con un giro d’affari complessivo ben oltre i 2 miliardi di euro.
Zoomark International quantifica che, in Italia, oggi, vivono oltre 60 milioni di esemplari tra cani, gatti, piccoli mammiferi, uccelli, pesci e tartarughe.
Come già menzionato in precedenza, c’è un forte contributo alla crescita della pet economy da parte dei paesi emergenti.
Per esempio, nel 2020, il mercato cinese degli animali da compagnia ha totalizzato 46,3 miliardi di dollari, un aumento significativo rispetto agli 11,24 miliardi nel 2015.
Il tasso di crescita composto annuo dal 2015 al 2020 è stato del 32,74%.Nello stesso periodo, questo tasso, calcolato a livello di mercato globale del pet, è stato dell’8,74%.Ci troviamo di fronte, pertanto, ad un trend anticiclico.
La storia passata dimostra che, nonostante la crisi, la spesa per gli animali domestici non è diminuita e il periodo del COVID lo dimostra.
Storicamente, il modello di crescita di questa industria e la sua continua crescita in tempi economici difficili, pensiamo, per esempio al 2008, fa sì che sia riconosciuta come una categoria di business resistente alla recessione.
Ma, allora, perché investire nella “pet economy”?
Chiamaci e capiremo assieme i canoni e le opportunità che si celano in questo settore. Ti informeremo sui megatrend che stanno caratterizzando questi ed i prossimi anni.
I cambiamenti demografici, ed i nuovi stili di vita, generano un cambiamento della domanda di beni e di servizi e, da un punto di vista demografico, è la generazione dei millennial che fa da traino per le nuove tendenze.
Focalizzarsi su questi trend, che hanno un impatto sul tessuto economico, offre delle opportunità di investimento da cogliere.
I millennial, per esempio, sono tra i maggiori possessori di animali domestici, seguiti dai baby boomer e dalla generazione X.
Conoscere le nuove esigenze dei consumatori diventa, quindi, sempre più importante nell’allocare i propri risparmi, soprattutto se si tratta di temi di investimento che non risentono in modo così forte del ciclo economico.